Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 41909 del 26 settembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:41909PEN

Massima

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Il possesso di una modica quantità di sostanza stupefacente, pur superiore a quella strettamente necessaria per l'uso personale, non integra automaticamente il reato di detenzione a fini di spaccio, dovendo il giudice valutare tutti gli elementi fattuali del caso concreto, quali le modalità di occultamento, la presenza di strumenti per il confezionamento e la vendita, l'assenza di denaro di provenienza illecita, nonché lo stato di tossicodipendenza dell'imputato e la programmata prossima entrata in comunità terapeutica, al fine di accertare se la detenzione fosse effettivamente finalizzata alla cessione a terzi o se rientrasse nell'ambito dell'uso personale, configurante un illecito amministrativo. Il mero dato quantitativo, pur rilevante, non è di per sé sufficiente a fondare la condanna per il più grave reato di detenzione a fini di spaccio, dovendosi valutare complessivamente tutti gli elementi probatori, senza trascurare quelli favorevoli all'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IZZO Fausto - Presidente

Dott. MENICHETTI Carla - Consigliere

Dott. SERRAO Eugenia - Consigliere

Dott. BELLINI Ugo - Consigliere

Dott. CENCI Danie - Rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/10/2017 della CORTE APPELLO di GENOVA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott.ssa ((omissis)) che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Genova il 17 ottobre 2017, in parziale riforma della sentenza emessa all'esito del giudizio abbreviato dal T…

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