Cassazione penale Sez. V sentenza n. 4250 del 29 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:4250PEN

Massima

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Il potere gerarchico, disciplinare e di sovraordinazione padronale consente al datore di lavoro di richiamare il dipendente lavoratore, anche con toni duri e perentori, purché mantenuti nei limiti della correttezza e del rispetto della dignità umana; tuttavia, l'uso di espressioni che, per la forma univocamente e manifestamente offensiva o per la valenza mortificatrice del contenuto, travalichino ogni finalità correttiva e disciplinare, esula da tale potestà e integra il reato di ingiurie o diffamazione, non essendo giustificato dall'esercizio di un diritto. Pertanto, il datore di lavoro non può impunemente ingiuriare o diffamare il dipendente, anche se ciò avviene nell'ambito del rapporto di lavoro e per finalità disciplinari, dovendosi rispettare i limiti della correttezza e della dignità umana. La condotta offensiva e lesiva dell'onore del lavoratore, anche se posta in essere dal datore di lavoro nell'esercizio dei suoi poteri, integra il reato di ingiurie o diffamazione, non essendo giustificata dall'esercizio di un diritto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Presidente

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. FEDERICO Giovanni - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

BO. IS. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 16/05/2008 TRIB. SEZ. DIST. di ((omissis))' DI PIAVE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. SANDRELLI ((omissis)).

RITENUTO IN FATTO

BO.Is. fu tratta a giudizio avanti il Giudice di Pace di ((omissis)) di Piave per rispondere di ingiurie e diffamazione (con l'aggravante d…

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