Il provvedimento amministrativo che ordina la rimozione di impedimenti all'uso pubblico di una strada vicinale è legittimo quando risulta comprovato l'originario effettivo transito pubblico sulla stessa, anche in caso di suo successivo disuso e abbandono, in assenza di circostanze inequivoche che dimostrino la definitiva rinuncia dell'amministrazione al ripristino della destinazione pubblica. L'accertamento dell'uso pubblico pregresso della strada vicinale può fondarsi su elementi probatori diversi, quali la sua inclusione nell'elenco delle strade pubbliche di un comune confinante, la sua utilizzazione da parte degli abitanti di frazioni limitrofe per raggiungere il centro abitato, nonché il tentativo dell'attuale proprietario di concordare con l'amministrazione la traslazione del suo tracciato. Il provvedimento che ordina la rimozione degli impedimenti all'uso pubblico della strada vicinale è legittimamente adottato dal sindaco nell'esercizio dei poteri di vigilanza e polizia sulle strade vicinali attribuitigli dall'art. 15 del r.d. 1° settembre 1918, n. 1446, a prescindere dall'accertamento in via incidentale del diritto di uso pubblico, che rientra nella giurisdizione del giudice ordinario. La motivazione del provvedimento che ordina la rimozione degli impedimenti all'uso pubblico della strada vicinale è adeguata quando espone compiutamente i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche della scelta amministrativa, senza che sia necessario indicare specificamente le attività istruttorie svolte.