Il termine di dieci giorni per proporre reclamo avverso le decisioni del giudice delegato in materia di concordato preventivo si applica anche ai provvedimenti che incidono su diritti soggettivi, in quanto tali provvedimenti hanno natura decisoria e non meramente interna. Ciò vale sia nel caso di applicazione della disciplina previgente, sia in quello di immediata applicazione della nuova formulazione dell'art. 26 della legge fallimentare, in quanto il principio di tutela dei diritti soggettivi è fondamentale e prevalente rispetto alle norme di carattere procedurale. La massima giuridica si fonda sui seguenti principi e argomentazioni: 1. Il provvedimento del giudice delegato che esclude il riconoscimento di un diritto di credito azionato dal ricorrente ha natura decisoria, incidendo su diritti soggettivi, e non meramente interna. 2. Sia nell'ipotesi di applicazione della disciplina previgente, sia in quella di immediata applicazione della nuova formulazione dell'art. 26 della legge fallimentare, il termine per proporre reclamo è di 10 giorni e non di 3 giorni. 3. Questo principio è affermato dalla consolidata giurisprudenza di legittimità, secondo cui il termine breve di 3 giorni si applica solo ai provvedimenti privi di natura decisoria e con rilievo meramente interno, mentre per i provvedimenti lesivi di diritti soggettivi si applica il termine più ampio di 10 giorni. 4. Tale interpretazione è volta a garantire la tutela dei diritti soggettivi, principio fondamentale che prevale sulle norme di carattere meramente procedurale.