Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 23327 del 29 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:23327PEN

Massima

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Il giudice di rinvio, nel rideterminare la pena a seguito dell'annullamento parziale della sentenza di appello da parte della Corte di Cassazione, deve operare una valutazione complessiva delle circostanze del caso concreto, tenendo conto sia degli elementi oggettivi che di quelli soggettivi, al fine di individuare la sanzione più equa ed adeguata. In particolare, il riconoscimento dell'attenuante del fatto di particolare tenuità non preclude al giudice di valutare altri fattori, come il valore dei beni oggetto di reato, ai fini della quantificazione della pena base, purché tale valutazione risulti coerente e congruamente motivata. Inoltre, il giudice di rinvio è vincolato dal giudicato formatosi sulle questioni non espressamente annullate dalla Corte di Cassazione, come l'inammissibilità del motivo relativo all'applicazione delle circostanze attenuanti generiche o la declaratoria di prescrizione di alcuni reati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - rel. Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato ad (OMISSIS) il (OMISSIS);

avverso la sentenza del 27 novembre 2012 emessa dalla Corte d'appello di Torino;

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

udita la relazione del consigliere Dott. FIDELBO Giorgio;

udito il sostituto procuratore Generale Dott. STABILE Carmine, che concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con decisione del 31 ottobre 2011 la Corte d'appello di Tori…

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