Cassazione penale Sez. I sentenza n. 35927 del 3 settembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:35927PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La continuità criminosa tra reati associativi di stampo mafioso e reati-fine, quali il traffico di stupefacenti, può essere ravvisata quando sussistono elementi oggettivi e soggettivi che dimostrano il collegamento strutturale e funzionale tra le due fattispecie delittuose, nonostante la loro diversa natura e la parziale autonomia temporale e territoriale. In particolare, rilevano ai fini della continuazione: la sovrapposizione temporale delle condotte, la coincidenza dei partecipanti, il nesso strumentale tra le attività criminose, l'aggravante della finalità di agevolare l'associazione mafiosa, nonché l'unitarietà del disegno criminoso complessivo. Il giudice deve pertanto valutare globalmente tali elementi per accertare l'effettiva unità del vincolo associativo, anche quando le singole fattispecie delittuose presentino profili di autonomia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. - Consigliere

Dott. CASA Filippo - rel. Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 198/2014 TRIBUNALE di SANTA ((omissis)), del 18/07/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FILIPPO CASA;

lette le conclusioni del PG Dott. CEDRANGOLO Oscar, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 18.7.2014, il Tribunale di S. ((omissis)), in funzione di Giudice dell'esecuzione, rigettava l'istanza avanzata ex articolo 671 c.p.…

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