La presentazione di una domanda di condono edilizio, corredata del versamento degli oneri concessori e dell'oblazione, sospende il procedimento sanzionatorio per l'abuso edilizio, impedendo l'irrogazione di sanzioni amministrative, come la demolizione, fino all'esito definitivo della procedura di sanatoria. L'amministrazione, pertanto, non può ordinare la demolizione di un manufatto abusivo prima di aver esaminato e deciso sulla relativa domanda di condono, in quanto ciò violerebbe la disciplina sul condono edilizio, che prevede l'applicabilità delle disposizioni di cui agli artt. 38 e seguenti della legge n. 47/1985 per le opere ultimate entro il 31 marzo 2003. L'amministrazione, in assenza di una adeguata istruttoria che escluda in modo certo la riconducibilità del manufatto alla domanda di condono presentata, non può procedere all'adozione di un provvedimento demolitorio, in quanto ciò determinerebbe una violazione di legge e un'ingiustificata compressione del diritto del privato di veder definita la propria posizione nell'ambito della procedura di sanatoria.