Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'ambito di un ricorso proposto da una società di gestione di strutture sanitarie accreditate contro una delibera regionale che prevedeva la stipula di un contratto unico per erogatore a prescindere dalla residenza dei pazienti e un limite massimo regionale alle prestazioni erogabili a favore dei pazienti lombardi, ha dichiarato l'improcedibilità del ricorso per sopravvenuto difetto di interesse, in considerazione della rinuncia della parte ricorrente. Tale pronuncia si fonda sul principio per cui il venir meno dell'interesse della parte ricorrente, manifestato attraverso una dichiarazione espressa, determina l'improcedibilità del ricorso, indipendentemente dalla fondatezza o meno delle censure originariamente proposte. Ciò in quanto il processo amministrativo è volto alla tutela di situazioni giuridiche soggettive attuali e concrete, sicché la perdita di interesse da parte del ricorrente rende il giudizio privo di utilità pratica. Inoltre, la decisione di compensare le spese di lite trova giustificazione nella limitata attività difensiva svolta dalla parte resistente e nella natura in rito della pronuncia, che non entra nel merito delle questioni sostanziali dedotte.