Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Le misure cautelari personali, quali la custodia in carcere e gli arresti domiciliari, possono essere legittimamente applicate solo in presenza di gravi indizi di colpevolezza e di concreti ed attuali elementi che giustifichino l'esigenza cautelare, senza che sia sufficiente il mero riferimento a manifestazioni di solidarietà ideologica o a pubblicazioni di presunti "ideologi". Inoltre, qualora il giudice di merito abbia successivamente escluso la sussistenza del reato associativo contestato, è necessario un nuovo esame dei presupposti per l'applicazione delle misure cautelari, senza poter automaticamente confermare quelle già disposte sulla base di una diversa qualificazione giuridica dei fatti. Il giudice è tenuto a valutare autonomamente la sussistenza dei requisiti di cui agli artt. 273 e 274 c.p.p., senza poter semplicemente recepire le valutazioni compiute in precedenza, qualora siano emerse nuove circostanze o elementi di segno contrario.