Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 2955 del 22 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:2955PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale sussiste anche quando l'imputato, pur non facendo uso della forza fisica, tiene comportamenti minacciosi e diretti a impedire l'attività del pubblico ufficiale, come nel caso di chi, invitato a fermarsi, si diriga contro gli agenti di polizia, speronando le loro moto e costringendoli a scansarsi. La mancata concessione delle attenuanti generiche può essere adeguatamente motivata dalla particolare gravità della condotta posta in essere dall'imputato e dalla sua precedente condotta criminale, senza che ciò integri un vizio di motivazione. Inoltre, il giudice di legittimità non può sindacare nel merito le valutazioni compiute dal giudice di merito in ordine all'applicabilità dell'art. 89 c.p., essendo limitato al riscontro della sola esistenza di una motivazione logica e coerente, senza possibilità di una diversa valutazione delle risultanze processuali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. IPPOLITO Franco - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) Procuratore generale presso la Corte d'appello di Napoli;

2) Ci. Sa., nato a (OMESSO);

3) SO. An., nato a (OMESSO);

contro la sentenza del 6 febbraio 2008 emessa dalla Corte d'appello di Napoli;

visti gli atti, la sentenza denunziata e i ricorsi;

sentita la relazione del Consigliere Dott. Fidelbo Giorgio;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procurato…

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