Il provvedimento di revoca o modifica di una misura di prevenzione patrimoniale, previsto dall'art. 7 della L. n. 1423 del 1956, incide sui presupposti applicativi della misura stessa e non solo sulle sue modalità esecutive, comportando pertanto la necessità di una rivalutazione di merito. Pertanto, avverso il provvedimento che rigetti l'istanza di revoca è esperibile l'appello e non il ricorso per cassazione, in applicazione della disciplina generale sulle impugnazioni dei provvedimenti in materia di misure di prevenzione dettata dall'art. 4 della medesima legge. La mancata acquisizione del parere del pubblico ministero prima dell'emissione del decreto di inammissibilità dell'istanza di revoca configura una nullità a regime intermedio, deducibile solo dal pubblico ministero e non dalla parte privata, essendo finalizzata alla realizzazione del contraddittorio cartolare. Inoltre, ai fini della revoca della confisca definitiva di prevenzione, non costituisce prova nuova una diversa valutazione tecnico-scientifica di dati già valutati nel precedente procedimento, trattandosi di mero apprezzamento critico di emergenze oggettive già conosciute e delibate.