Cassazione penale Sez. V sentenza n. 16289 del 26 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:16289PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la capacità di intendere e di volere dell'imputato, è tenuto ad esaminare attentamente e in modo approfondito tutti gli elementi di prova, inclusi eventuali precedenti perizie e accertamenti, senza limitarsi ad un'analisi apodittica e superficiale. Laddove emergano elementi che possano far ritenere una totale o parziale incapacità, il giudice deve procedere ad un'adeguata motivazione, vagliando puntualmente le argomentazioni difensive e le risultanze peritali, al fine di accertare con certezza lo stato mentale dell'imputato al momento del fatto. Il principio di diritto che ne discende è che la valutazione della capacità di intendere e di volere dell'imputato, quale presupposto essenziale per l'affermazione della responsabilità penale, non può essere fondata su una motivazione meramente assertiva e priva di un effettivo esame critico delle prove, ma richiede un'analisi approfondita e puntuale di tutti gli elementi rilevanti, al fine di pervenire ad una decisione congruamente e logicamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - rel. Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LU. SE. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1335/2004 CORTE APPELLO di CATANIA, del 25/06/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/03/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIO ROTELLA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per inammissibilita'.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

1 - La Corte di Catania ha confermato la condanna inflitta il 12.2.04 a Lu. Se.…

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