Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 147 del 4 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:147PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio, ai fini della conferma della misura cautelare della custodia in carcere, può essere desunto dalla sistematicità e scaltrezza delle condotte criminose accertate, dalla mancanza di garanzie circa l'osservanza di misure meno afflittive, nonché dalla permanenza di stretti rapporti professionali tra gli indagati, anche in caso di licenziamento di alcuni di essi, in quanto il rischio per la genuinità della prova non può considerarsi venuto meno. Il giudice è tenuto a motivare in modo adeguato ed esente da vizi logico-giuridici, individuando in modo puntuale e dettagliato gli elementi che denotano l'attualità e la concretezza del pericolo, senza ricorrere a mere presunzioni o congetture. La valutazione delle esigenze cautelari e l'adeguatezza della misura cautelare disposta, se sorrette da motivazione congrua ed esaustiva, sono insindacabili in sede di legittimità, essendo preclusa ogni rivalutazione nel merito delle relative statuizioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco P - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanue - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1425/2012 TRIB. LIBERTA' di TORINO, del 01/08/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. EMANUELE DI SALVO;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), rigetto.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) ricorre per cassazione, a mezzo del difensore, avverso il provvedimento emesso il 1-8-12 dal Tribunale del riesame di Torino, con cui e' stato rigettato l'appello pr…

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