Il trasferimento d'ufficio del dipendente pubblico, disposto per esigenze organizzative dell'amministrazione, comporta il diritto al riconoscimento di specifiche indennità di trasferimento, a differenza del trasferimento a domanda del dipendente, che non dà luogo a tali benefici economici. Ai fini della distinzione tra trasferimento d'ufficio e trasferimento a domanda, rileva non tanto la formale richiesta del dipendente, quanto la prevalenza dell'interesse pubblico o di quello privato nel determinare il trasferimento. Pertanto, il trasferimento disposto in occasione della soppressione dell'ufficio di servizio, pur a seguito di gradimento del dipendente, deve qualificarsi come trasferimento d'ufficio, in quanto finalizzato principalmente a soddisfare le esigenze organizzative dell'amministrazione, senza che assuma rilievo determinante la preferenza espressa dal dipendente in ordine alla nuova sede di assegnazione. In tali ipotesi, il dipendente non ha diritto al riconoscimento delle indennità di trasferimento previste dalla legge, in quanto il trasferimento, pur disposto con il suo gradimento, è stato determinato da ragioni organizzative e non da esigenze personali del dipendente.