Cassazione penale Sez. II sentenza n. 12805 del 29 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:12805PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai sensi dell'art. 274, lett. c), c.p.p., può essere desunto dalle modalità e dalla gravità del fatto, nonché dalla personalità dell'indagato, senza che sia necessaria un'analitica dimostrazione dell'inidoneità di ogni altra misura cautelare meno afflittiva, essendo sufficiente che il giudice indichi, con argomenti logico-giuridici, gli elementi specifici che, nella singola fattispecie, rendono la misura della custodia cautelare in carcere la più adeguata a impedire la prosecuzione dell'attività criminosa. La scelta della misura cautelare non può fondarsi su una mera valutazione astratta della gravità del reato, ma deve essere ancorata a elementi concreti inerenti alla personalità dell'indagato e alle modalità di commissione del fatto, senza che assuma rilievo decisivo il solo decorso del tempo dalla commissione del reato o il diverso ruolo assunto dai concorrenti nel medesimo fatto criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA Pietro Antonio - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. AN. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 442/2010 TRIB. LIBERTA' di ANCONA, del 05/11/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CHINDEMI;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. Salzano Francesco, che chiede il rigetto del ricorso.

OSSERVA IN FATTO

Il G.I.P. del Tribunale di Ascoli Piceno, con ordinanza in data 12.10.2010, sostituiva la misura cautelare del…

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