Cassazione penale Sez. II sentenza n. 11885 del 18 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:11885PEN

Massima

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Il requisito della minaccia nel reato di estorsione può essere integrato non solo da una minaccia esplicita e determinata, ma anche da una minaccia larvata, indiretta o implicita, valutata avuto riguardo alla personalità sopraffattrice dell'agente, alle circostanze ambientali, all'ingiustizia della pretesa e alle particolari condizioni della vittima, la quale si trovi nella condizione di dover subire la volontà dell'agente per evitare il paventato verificarsi di un più grave pericolo. L'accertamento della sussistenza della condotta minacciosa costituisce un mero accertamento di fatto, insuscettibile di valutazione in sede di legittimità, essendo riservato al giudice di merito. Le contestazioni relative alla non corretta applicazione delle regole dettate dall'art. 192 c.p.p. sulla valutazione della prova, in assenza di una specifica e concreta indicazione dei vizi denunciati, sono inammissibili in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo L. - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. DI DOMENICO Vincenzo - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

avv. Ferro Giuseppe del foro di Marsala nell'interesse di Ga. Ca. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Palermo, sezione penale per i minorenni, in data 5/5/2004;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dott. Domenico Gallo;

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dr. Antonio Gialanella, il quale ha concluso per l'inammissibilita…

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