La concessione demaniale marittima, anche se scaduta, è prorogata di diritto fino al 31 dicembre 2020 ai sensi dell'art. 1, comma 18, del d.l. n. 194/2009, convertito in l. n. 25/2010, come modificato, senza necessità di alcun provvedimento di rinnovo da parte dell'amministrazione. Pertanto, il diniego di rinnovo e la dichiarazione di decadenza della concessione sono illegittimi, in quanto la proroga legale ne differisce il termine di scadenza, senza che l'amministrazione possa procedere a una nuova istruttoria, salvo il legittimo esercizio dei poteri di autotutela al ricorrere dei presupposti di legge e nel rispetto del procedimento degli atti di secondo grado. Il mancato pagamento nei termini dei canoni concessori, in assenza di contestazioni e di assegnazione di un termine per deduzioni, non può legittimare la decadenza della concessione, in quanto tale misura risulterebbe sproporzionata rispetto all'inadempimento. Inoltre, eventuali violazioni ambientali o del demanio marittimo sopravvenute rispetto all'adozione del provvedimento impugnato non possono essere valutate ai fini della decadenza, in quanto non potevano essere oggetto di considerazione in quella sede, fermo restando il legittimo esercizio dei poteri di autotutela dell'amministrazione al ricorrere dei presupposti di legge e nel rispetto del procedimento degli atti di secondo grado.