Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21599 del 7 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:21599PEN

Massima

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Il giudice di pace, nel valutare la sussistenza dei reati di ingiurie e minacce, deve motivare adeguatamente l'assenza di reciprocità e di speciale provocazione, nonché l'effettiva portata minacciosa delle espressioni utilizzate dall'imputato, al fine di garantire il rispetto del principio di tassatività e determinatezza della fattispecie penale e il diritto di difesa dell'imputato. In assenza di una motivazione esaustiva su tali profili, la sentenza di assoluzione è annullabile con rinvio per un nuovo esame, in quanto la carenza motivazionale non consente di verificare la correttezza dell'applicazione delle norme penali al caso concreto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Monza;

avverso la sentenza del Giudice di Pace di Desio del 14.5.2007, nel proc. a carico di:

RI. An. Gi. , nato il (OMESSO);

E' presente l'avv. Santaniello Fabio del Foro di Roma, che deposita nomina;

sentita la Relazione svolta dal Cons. Dott. SANDRELLI Gian Giacomo;

Sentite le Requisitorie del PG. (nella persona del Cons. Dott. IZZO Gioacchino), c…

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