Cassazione penale Sez. I sentenza n. 39549 del 3 settembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:39549PEN

Massima

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Il tentato omicidio si configura quando l'agente, con atti idonei e diretti in modo non equivoco a cagionare la morte della vittima, pone in essere una condotta violenta e pericolosa, pur non realizzando l'evento letale. La valutazione di idoneità degli atti deve essere effettuata ex ante, sulla base delle condizioni umanamente prevedibili nel caso concreto, senza essere condizionata dagli effetti realmente raggiunti. L'animus necandi può essere desunto da elementi oggettivi, quali la potenzialità offensiva dell'arma utilizzata, la distanza ravvicinata del colpo, la zona vitale attinta e la forza impressa al fendente, che denotino una manifesta volontà di uccidere. La legittima difesa, reale o putativa, richiede la sussistenza di un'aggressione ingiusta, attuale e imminente, tale da rendere necessaria e proporzionata la reazione difensiva dell'agente, il quale non abbia la possibilità di sottrarsi altrimenti all'offesa. Pertanto, non è configurabile la legittima difesa quando l'agente, pur in presenza di una situazione di conflitto, abbia la concreta possibilità di allontanarsi senza pregiudizio, e scelga invece di accettare la sfida della vittima, impugnando un'arma e infliggendo un colpo in zona vitale. Analogamente, la legittima difesa putativa presuppone che l'erronea rappresentazione del pericolo da parte dell'agente sia fondata su dati di fatto concreti, idonei a giustificare la ragionevole persuasione di trovarsi in una situazione di pericolo attuale e imminente, valutata secondo un giudizio ex ante.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Presidente

Dott. SARNO Giulio - Consigliere

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata il (OMISSIS);
Avverso la sentenza n. 1628/2017 della Corte di Appello di Milano in data 07/07/2017;
Visti gli atti e il ricorso;
Udita la relazione svolta dal Consigliere dott. ((omissis));
Udite le conclusioni del Procuratore Generale, in persona del dott. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza in data 27/09/2016 il GUP del Tribunale di Milano, in esito a rito abbreviato, condannava (OMISSIS) alla pena di anni tre e mesi …

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