Il vincolo di destinazione a servizi pubblici imposto su un'area privata mediante variante urbanistica, preordinato alla futura espropriazione, decade dopo cinque anni dalla sua imposizione ai sensi dell'art. 2 della legge 19 novembre 1968 n. 1187, e l'area da esso originariamente interessata si trasforma in "zona bianca", nella quale la possibilità edificatoria in termini di volumetria è quasi nulla. Pertanto, l'annullamento giurisdizionale di tale variante urbanistica non determina automaticamente il ripristino della precedente destinazione edificatoria dell'area, in assenza di una valida ed efficace disciplina urbanistica preesistente. L'amministrazione comunale è tenuta a provvedere tempestivamente all'adeguamento dello strumento urbanistico generale alle sopravvenute disposizioni normative in materia paesaggistica e di assetto idrogeologico, senza che il ritardo in tale adempimento possa fondare una pretesa risarcitoria da parte del proprietario dell'area, il quale deve comunque dimostrare la sussistenza di un concreto e attuale interesse all'edificazione, non desumibile dalla mera richiesta di rilascio di un titolo edilizio risalente nel tempo e non aggiornato alla normativa sopravvenuta.