La confisca per equivalente del profitto di reato tributario, ai sensi dell'art. 322-ter c.p., è obbligatoria anche in caso di applicazione della pena su richiesta delle parti ex art. 444 c.p.p., ma il giudice è tenuto a individuare con precisione il profitto del reato, che va rapportato al risparmio di imposta derivante dall'evasione, comprensivo degli ulteriori vantaggi riflessi. La confisca non può superare l'entità del profitto accertato e, nel caso in cui l'imputato sia il rappresentante legale di una società, il giudice deve verificare se il profitto sia rinvenibile presso la società stessa, potendo procedere alla confisca per equivalente nei confronti della persona fisica solo ove non sia possibile sequestrare il profitto presso la persona giuridica, salvo che quest'ultima costituisca uno schermo fittizio. Il giudice deve quindi motivare adeguatamente in ordine all'accertamento del profitto del reato e alla sua quantificazione ai fini della confisca, non potendo limitarsi a disporre la confisca per equivalente dell'imposta evasa senza tale puntuale verifica.