Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34110 del 26 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:34110PEN

Massima

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La falsità ideologica in atti pubblici commessa dal pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, anche se non espressamente contestata, integra l'aggravante di cui all'art. 476, comma 2, c.p., purché la natura fidefacente dell'atto falso sia chiaramente indicata "in fatto" e risulti inequivocabilmente dalla tipologia dell'atto oggetto del falso. In tali casi, la pena base deve essere determinata nel minimo edittale previsto dalla norma, senza possibilità di applicare una pena inferiore. Inoltre, nel procedimento di applicazione della pena su richiesta delle parti ex art. 444 c.p.p., l'omessa considerazione dell'aumento per il reato continuato comporta l'annullamento della sentenza senza rinvio, in quanto la determinazione della pena è riservata alle parti e non può essere effettuata ex novo dal giudice di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. MAZZITELLI Cateri - rel. Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI CATANIA;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/02/2018 del GIUDICE UDIENZA PRELIMINARE di SIRACUSA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott.ssa CATERINA MAZZITELLI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore, Dott. EPIDENDIO TOMASO, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio con trasmissio…

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