Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10023 del 7 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:10023PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di stampo mafioso comporta la presunzione relativa di pericolosità sociale dell'imputato, che giustifica l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere senza la necessità di esigenze di eccezionale rilevanza. In tali casi, la sostituzione della custodia in carcere con altra misura cautelare meno afflittiva è preclusa dalla legge. Il giudice, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari, deve motivare in modo puntuale e congruo in relazione agli specifici elementi probatori, come le convergenti dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e i riscontri delle intercettazioni ambientali, senza che sia necessario un approfondito esame delle eventuali discrasie tra le dichiarazioni dei collaboratori o una specifica giustificazione della mancata sostituzione della misura più grave con altra misura cautelare meno afflittiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella P. - Presidente

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesc - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 13/07/2018 del Tribunale di Bari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Bari, investito di richiesta di riesame ex articolo 309 c.p.p., con l'ordinanza in epigrafe con…

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