Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 27647 del 14 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:27647PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale si configura quando l'imputato, consapevole della qualità di pubblico ufficiale dell'agente e delle ragioni del suo intervento, oppone una violenta reazione, anche se in un primo momento abbia erroneamente ritenuto di essere vittima di un'aggressione arbitraria. La condotta violenta dell'imputato, infatti, esclude la sussistenza della causa di non punibilità della legittima reazione ad atti arbitrari, in quanto la consapevolezza della qualità di pubblico ufficiale dell'agente e delle ragioni del suo intervento, anche se maturata successivamente, rende la reazione dell'imputato penalmente rilevante. Pertanto, il reato di resistenza a pubblico ufficiale si configura anche quando l'imputato, pur avendo inizialmente erroneamente ritenuto di essere vittima di un'aggressione arbitraria, successivamente abbia realizzato la qualità di pubblico ufficiale dell'agente e le ragioni del suo intervento, opponendo comunque una violenta reazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CONTI Giovan - rel. Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMESSO), nato a (OMESSO);

avverso la sentenza del 01/10/2009 della Corte di appello di Napoli;

visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

udita in pubblica udienza la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));

udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con la sen…

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