Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 47391 del 28 novembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:47391PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini della conferma della misura cautelare della custodia in carcere, può essere desunto dalla gravità dei fatti commessi, dalla loro reiterazione nel tempo, dalla pericolosità e allarmante natura dei contatti intrattenuti dal soggetto con i suoi concorrenti, nonché dall'incapacità di autoregolamentazione dello stesso, senza che sia necessario valutare la mera condizione di incensuratezza, ove risultino elementi concreti di pericolosità sociale. La valutazione di tali elementi, effettuata in modo adeguato e logico dal giudice di merito, non può essere sindacata in sede di legittimità, salvo vizi motivazionali. Inoltre, il precedente provvedimento di rigetto della richiesta cautelare, fondato su ragioni di ordine processuale e non di merito, non preclude l'adozione di una nuova misura cautelare, qualora sopravvengano nuovi elementi indiziari che consentano una diversa valutazione della situazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. PETRUZZELLIS Anna - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza dell'08/05/2013 del Tribunale di Bari;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. PETRUZZELLIS Anna;

udita la richiesta del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. DI POPOLO Angelo, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito l'avv. (OMISSIS) per il ricorrente, che si sono riportati al…

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