Il delitto di minaccia grave è un reato di pericolo che non presuppone la concreta intimidazione della persona offesa, ma solo la comprovata idoneità della condotta a intimorirla. La gravità della minaccia può essere desunta non solo dalle modalità stabilite nell'art. 339 c.p., ma anche da altri elementi, quali le circostanze concrete in cui la minaccia è commessa, il tenore delle espressioni verbali utilizzate e il contesto in cui esse si collocano, valutati dal giudice di merito. L'accertamento dell'elemento soggettivo del reato, ovvero se il soggetto abbia agito con dolo o colpa, è necessario anche in caso di cronica intossicazione da stupefacenti, salvo che tale condizione non sia stata adeguatamente documentata, tale da imporre la dispensa di una perizia. Il mancato riconoscimento della continuazione tra più reati commessi dallo stesso imputato non è censurabile in sede di legittimità, potendo il giudice dell'esecuzione applicare tale istituto ai sensi dell'art. 671 c.p.p.