Il Comune, nell'esercizio dei propri poteri di pianificazione urbanistica, può reiterare i vincoli di inedificabilità sulle aree di proprietà privata, a condizione che tale reiterazione sia adeguatamente motivata, rispetti i limiti temporali previsti dalla legge e sia accompagnata dalla previsione di idonei mezzi finanziari per l'attuazione delle previsioni vincolistiche. In particolare, la deliberazione comunale che adotta la variante urbanistica per reiterare i vincoli deve indicare con chiarezza le ragioni per cui il Comune ha lasciato decorrere infruttuosamente la durata dei precedenti vincoli, nonché fornire elementi concreti e specifici circa la concreta realizzabilità degli interventi programmati nel quinquennio successivo, precisando tempi e modalità di attuazione. Inoltre, la deliberazione deve contenere una puntuale quantificazione dei mezzi finanziari occorrenti, sia per l'esecuzione materiale delle opere, sia per l'eventuale indennizzo dovuto ai proprietari per la reiterazione dei vincoli, a prescindere dall'indennizzo per l'espropriazione delle aree. In mancanza di tali requisiti, la deliberazione comunale che reitera i vincoli di inedificabilità è affetta da eccesso di potere per carenza di motivazione e da violazione di legge, in particolare dell'art. 42, comma 3, della Costituzione.