Consiglio di Stato sentenza n. 267 del 2024

ECLI:IT:CDS:2024:267SENT

Massima

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Il Comune, nell'esercizio del proprio potere discrezionale in materia di installazione di impianti pubblicitari, può negare l'autorizzazione per ragioni estetiche e di compatibilità ambientale, purché tale diniego sia adeguatamente motivato e non costituisca una mera conferma di un precedente provvedimento annullato per difetto di motivazione. L'obbligo di comunicazione di avvio del procedimento non sussiste quando il procedimento sia stato avviato su istanza di parte, come nel caso di richiesta di autorizzazione per l'installazione di un impianto pubblicitario, e il privato sia comunque a conoscenza della necessità per l'amministrazione di rinnovare il procedimento in esecuzione di un giudicato che ha annullato il precedente provvedimento di diniego. Il potere dell'amministrazione di limitare l'installazione di impianti pubblicitari per ragioni di tutela dell'ambiente e del decoro urbano non costituisce una illegittima compressione della libertà di iniziativa economica privata, in quanto tale attività è soggetta a contingentamento in ragione della limitatezza degli spazi a ciò destinati. L'illegittimità del provvedimento di diniego non comporta automaticamente il diritto al risarcimento del danno, essendo necessario che il privato dimostri la spettanza del bene della vita negato dall'amministrazione.

Sentenza completa

Pubblicato il 08/01/2024

N. 00267/2024REG.PROV.COLL.

N. 06830/2018 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quinta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso in appello numero di registro generale 6830 del 2018, proposto da
Silvaneon S.r.l., in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentata e difesa dall'avvocato Riccardo Tagliaferri, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via Bisagno n. 14;

contro

Comune di Livorno, in persona del Sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati Francesca Abeniacar e Lucia Macchia, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

per la riforma

della sentenza del Tribunale amministrativo regionale per la Toscana (Sezione …

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