Consiglio di Stato sentenza n. 4164 del 2020

ECLI:IT:CDS:2020:4164SENT

Massima

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Il decorso del termine annuale per l'inizio dei lavori previsto dalla concessione edilizia comporta la decadenza automatica del titolo abilitativo, indipendentemente dall'effettiva conclusione dei lavori entro il termine triennale, rendendo legittima l'adozione da parte del Comune dell'ordinanza di demolizione delle opere realizzate senza titolo, anche se di natura pertinenziale, senza necessità di ulteriori garanzie procedimentali, in quanto trattasi di provvedimento vincolato. Il mancato rispetto del termine per l'inizio dei lavori determina la perdita del titolo edilizio, a prescindere dalla realizzazione effettiva dell'opera entro il termine finale di tre anni, comportando l'obbligo di demolizione delle opere abusive, senza possibilità per l'amministrazione di valutare discrezionalmente la sanzione da applicare. La decadenza della concessione edilizia per mancato inizio dei lavori nel termine annuale imposto comporta l'illegittimità di tutte le opere realizzate, anche di natura pertinenziale, con conseguente obbligo di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi, senza possibilità di applicare sanzioni pecuniarie alternative, in quanto il titolo abilitativo è venuto meno ab origine. L'accertamento dell'avvenuta decadenza della concessione edilizia per mancato inizio dei lavori nel termine annuale può essere effettuato anche sulla base di elementi indiziari, come le risultanze delle verifiche aerofotogrammetriche, senza necessità di ulteriori mezzi di prova, in assenza di elementi contrari forniti dal titolare del titolo edilizio.

Sentenza completa

Pubblicato il 30/06/2020

N. 04164/2020REG.PROV.COLL.

N. 08481/2019 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 8481 del 2019, proposto da
((omissis)), rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Comune di Pula, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Cagliari, via Carbonia n. 10;

per la riforma

della sentenza del Tribunale amministrativo regionale per la Sardegna, 8 ottobre 2019 n. 779, resa tra le parti;

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;

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