Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24947 del 6 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:24947PEN

Massima

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Il reato di ricettazione si configura anche in presenza del dolo eventuale, quando l'agente si rappresenti la concreta possibilità della provenienza delittuosa della cosa e accetti il relativo rischio. L'elemento soggettivo può essere desunto da qualsiasi elemento, anche indiretto, come il comportamento dell'imputato e la mancata o non attendibile indicazione della provenienza della cosa, rivelatori della volontà di occultamento e di un acquisto in mala fede. Pertanto, in assenza di una plausibile spiegazione sulla provenienza del bene, il giudice di merito può legittimamente ritenere integrato l'elemento psicologico del reato di ricettazione. Inoltre, trattandosi di un fatto doloso, non è possibile la derubricazione alla fattispecie contravvenzionale di cui all'art. 712 c.p., mentre il mancato riconoscimento dell'attenuante del fatto di particolare tenuità, in ragione dell'entità del danno patrimoniale causato, rientra nella valutazione discrezionale del giudice di merito, non sindacabile in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Domenico - Presidente

Dott. GALLO Domeni - rel. Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza 11/5/2012 della Corte d'appello di Napoli, 5 sezione penale;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott. RIELLO Luigi, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza in data 11/5/2012, la Corte d…

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