Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 6839 del 21 febbraio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:6839PEN

Massima

Il medico o professionista sanitario che, pur consapevole della grave patologia del paziente e della necessità di una specifica terapia farmacologica, induca il paziente a sospendere o ridurre l'assunzione di farmaci salvavita, sostituendoli con trattamenti alternativi non comprovati e dannosi, risponde penalmente per il delitto di morte come conseguenza di altro delitto, in quanto il suo comportamento cosciente e volontario è causa efficiente ed immediata dell'evento letale. Tale condotta, caratterizzata da grave imprudenza e disprezzo del bene della vita umana, esclude la concessione delle attenuanti generiche, in ragione della persistente gravità della stessa anche dopo il decesso del paziente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUSCO Carlo G. - Presidente

Dott. ZECCA Gaetanino - Consigliere

Dott. GALBIATI Rugge - rel. Consigliere

Dott. D'ISA Claudio - Consigliere

Dott. PICCIALLI Patrizia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS) n. il (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1864/2004 della Corte di Appello di Ancona in data 5/10/2010;

udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona del dott. DELEHAYE Enrico che ha chiesto l'estinzione del reato per prescrizione;

udito il difensore della parte civile Avv.to (OMISSIS) che ha chiesto la conferma della …

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