Cassazione penale Sez. III sentenza n. 43122 del 21 ottobre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:43122PEN

Massima

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Il provvedimento di divieto di accesso ai luoghi di svolgimento delle manifestazioni sportive (c.d. DASPO) rientra tra le misure di prevenzione che comportano una restrizione della libertà personale e, pertanto, deve essere adottato con atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei casi e modi previsti dalla legge. In particolare, quando il provvedimento è adottato in via d'urgenza dall'autorità di pubblica sicurezza, il destinatario deve essere messo in condizione di esercitare pienamente il proprio diritto di difesa, avendo a disposizione un congruo termine, non inferiore a 48 ore dalla notifica, per presentare memorie e deduzioni. L'omessa indicazione dell'orario di deposito del provvedimento di convalida da parte del giudice, tale da non consentire di verificare il rispetto del termine di 48 ore, comporta l'inefficacia del provvedimento, in quanto l'incertezza sull'osservanza del termine non può essere superata in assenza di elementi certi. Il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione mira a garantire il pieno esercizio del diritto di difesa del destinatario della misura, quale corollario del principio di legalità e del controllo giurisdizionale sui provvedimenti restrittivi della libertà personale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SARNO Giulio - Presidente

Dott. ACETO Aldo - Consigliere

Dott. CORBETTA Stefano - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza in data 1.2.2019 del Giudice per le indagini preliminari di Palermo;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa MACRI' Ubalda;
letta la memoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott.ssa LORI Perla, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con …

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