Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2 del 4 gennaio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:2PEN

Massima

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Il comportamento minaccioso e intimidatorio nei confronti di un professionista legale, finalizzato a ottenere il ritiro di un ricorso giudiziario, non integra il reato di minaccia qualora sia riconducibile a un legittimo interesse della persona imputata, derivante da circostanze pregresse che hanno determinato la presentazione del ricorso, e l'espressione utilizzata non assuma una valenza oggettivamente minatoria, ma rappresenti piuttosto uno sfogo emotivo dettato dalla particolare situazione di fatto. In tali ipotesi, il giudice è legittimato a escludere la configurabilità del reato sulla base di un'approfondita contestualizzazione dell'episodio e di un insindacabile apprezzamento di merito, non essendo ravvisabili profili di illogicità o manifesta contraddittorietà della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

22.1.2009 dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lanciano ed il 4.3.2009 dall'avv. ((omissis)), difensore della parte civile Di. Do. Ma. Ma. ;

avverso la sentenza del Giudice di Pace di Lanciano;

nel procedimento a carico di:

SA. Ma. Lu. , nata a (OMESSO);

Letto il ricorso ricorsi e la sentenza impugnata.

Sentita la relazione del Consigliere dr. ((omissis))io BRUNO.

Letta la memoria difensiva depositata dall'avv. ((omissis)), …

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