Il procedimento espropriativo finalizzato alla realizzazione di un'opera pubblica di rilevante interesse nazionale, come la nuova linea ferroviaria Torino-Lione, è legittimo anche qualora il progetto esecutivo di una specifica fase dei lavori (come lo svincolo di Chiomonte) preveda una diversa delimitazione delle aree da espropriare rispetto al progetto definitivo approvato, purché tale diversa delimitazione sia coerente con l'impianto complessivo dell'opera e non comporti un aggravio del sacrificio dei diritti dei privati. Infatti, il progetto esecutivo, pur potendo introdurre varianti migliorative, non può superare i contenuti della progettazione definitiva, che costituisce il riferimento principale per l'individuazione delle aree da espropriare. Inoltre, l'urgenza dei lavori, ai fini dell'applicazione della procedura espropriativa semplificata, deve essere valutata con riferimento all'opera nel suo complesso e non rispetto alla singola fase o lavorazione, non essendo ammissibile una frammentazione arbitraria dell'attività esecutiva. Parimenti, la legittimità della procedura non è inficiata dalla circostanza che alcuni dei terreni da espropriare siano destinati ad opere di sistemazione ambientale, in quanto tali interventi sono comunque funzionali e connessi alla realizzazione dell'opera pubblica nel suo insieme. Infine, le modalità operative adottate dall'ente espropriante per consentire ai proprietari di effettuare i sopralluoghi sui terreni, pur potendo comportare alcune limitazioni legate a esigenze di sicurezza e di ordine pubblico, devono comunque garantire il rispetto del contraddittorio e del diritto di partecipazione dei privati al procedimento espropriativo.