Il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa, Sezione autonoma di Bolzano, ha stabilito che: 1. Gli interventi integrativi alle zone sciistiche, pur non comportando modifiche al piano di settore, costituiscono atti di pianificazione territoriale e, pertanto, sono esclusi dall'applicazione dell'obbligo di comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento della domanda previsto dall'art. 11bis della legge provinciale n. 17 del 1993. 2. Il responsabile del procedimento non ha l'obbligo di astenersi per "gravi ragioni di convenienza" se non sussistono elementi che possano compromettere l'imparzialità e il buon andamento dell'azione amministrativa. La mancata sostituzione del responsabile del procedimento non integra un vizio di legittimità dell'azione amministrativa. 3. Il Comitato ambientale, nell'esprimere il proprio parere negativo sull'intervento integrativo, ha adeguatamente motivato in ordine all'impatto ambientale e paesaggistico negativo dell'intervento su un'area vincolata paesaggisticamente ex lege. Il parere del Comitato ambientale, connotato da ampia discrezionalità tecnico-valutativa, non è sindacabile dal giudice amministrativo se non in caso di manifesta irrazionalità o contraddittorietà. 4. La Commissione, nel valutare la rispondenza dell'intervento integrativo con i principi dello sviluppo sociale, economico e turistico, può legittimamente considerare l'impatto che il nuovo impianto avrebbe sugli altri comprensori sciistici esistenti, al fine di valutare l'effettivo valore aggiunto del progetto. La richiesta della Giunta provinciale di un'integrazione della valutazione, anche in relazione all'intera Alta Val Venosta, è legittima. 5. La Giunta provinciale, nel decidere di rigettare lo studio di fattibilità, non era tenuta a una specifica motivazione, in quanto non si è discostata dai pareri sostanzialmente negativi o comunque non pienamente positivi del Comitato ambientale e della Commissione, che ha correttamente valutato.