La carenza dei requisiti di sorvegliabilità e sicurezza dei locali adibiti a pubblico esercizio, come l'esistenza di ulteriori ingressi comunicanti con altri esercizi commerciali che consentono l'accesso al bar anche da luoghi diversi da quelli autorizzati e la presenza di porte che rendono comunicanti i locali commerciali con uffici privati, costituiscono motivi ostativi sufficienti per la pronuncia della decadenza dell'autorizzazione amministrativa all'esercizio di somministrazione di alimenti e bevande, a prescindere dalla proprietà ecclesiastica del bene, in quanto gli enti ecclesiastici agiscono nell'ordinamento giuridico italiano secondo le regole del diritto interno, senza deroghe alle norme sulla sicurezza e sorvegliabilità dei locali. La mancata comunicazione dell'avvio del procedimento alla società dante causa del titolare del pubblico esercizio non è invece vizio rilevante, in quanto tale società è soggetto terzo rispetto agli effetti diretti ed immediati del provvedimento di decadenza. Inoltre, il mancato rispetto dei termini procedimentali previsti dalla normativa di settore per l'adozione del provvedimento di decadenza non determina l'illegittimità di quest'ultimo, in quanto tali termini hanno natura ordinatoria e non perentoria.