Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6759 del 20 febbraio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:6759PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione si configura quando l'amministratore di una società fallita ha distratto risorse patrimoniali della società, destinandole ad impieghi estranei all'attività d'impresa, a prescindere dall'esistenza di un nesso causale tra tale condotta e il successivo fallimento. L'elemento soggettivo del reato è integrato dalla consapevolezza e volontarietà della condotta distrattiva, a prescindere dalla sua idoneità oggettiva a cagionare un sensibile depauperamento del patrimonio sociale. Le pene accessorie previste per il reato di bancarotta fraudolenta, pur essendo originariamente stabilite in misura fissa dalla legge, devono essere determinate dal giudice in concreto sulla base dei criteri di cui all'art. 133 c.p., a seguito della declaratoria di incostituzionalità della durata fissa decennale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/12/2017 della CORTE APPELLO di BRESCIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. MATILDE BRANCACCIO;
udito il Sostituto Procuratore Generale Dr. EPIDENDIO TOMASO, che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio per la rideterminazione della pena principale e accessoria interdittiva ed il rigetto nel resto del ricorso;
udito il difensore dell'imputata, avv. (OM…

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