Cassazione penale Sez. II sentenza n. 7565 del 18 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:7565PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni mobili e immobili può essere disposto dal giudice anche nei confronti di soggetti terzi rispetto all'indagato, qualora emerga la riconducibilità effettiva di tali beni alla disponibilità di quest'ultimo, in ragione di elementi indiziari gravi, precisi e concordanti, senza che sia necessaria la prova della titolarità formale. Il giudice, nel valutare la congruità tra i redditi dichiarati e il patrimonio accumulato, può legittimamente ritenere non sufficientemente dimostrata l'origine lecita dei beni, anche in assenza di una prova diretta della loro provenienza da attività illecite, qualora non siano fornite adeguate giustificazioni in ordine alla loro acquisizione. In tali ipotesi, il sequestro preventivo è legittimo, in quanto finalizzato a impedire la dispersione di beni che, pur formalmente intestati a terzi, risultino di fatto riconducibili all'indagato e siano suscettibili di confisca ai sensi della normativa antimafia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 70/2013 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 02/04/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SERGIO BELTRANI;

sentite le conclusioni del PG Dott. BALDI Fulvio che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;

rilevata la regolarita' degli avvisi di rito.

RITENUTO IN FATTO

1. Il Tribunale di Catania, in funzione di giudice del riesame dei provvedimenti cautelari reali, …

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