La clausola compromissoria contenuta nello statuto societario non è opponibile al fallimento della società, in quanto la controversia promossa dal curatore fallimentare per il risarcimento dei danni causati agli interessi della società e dei creditori sociali da condotte illecite di amministratori, liquidatori e sindaci rientra nella competenza del tribunale in composizione collegiale, ai sensi dell'art. 50-bis c.p.c., n. 5. Pertanto, il giudice, nel valutare l'eccezione di incompetenza sollevata dai convenuti in base alla clausola arbitrale, non emette una pronuncia definitiva sulla competenza, ma esamina incidenter tantum tale questione al solo fine di verificare se ricorrano i presupposti per l'applicazione dell'art. 187, comma 3, c.p.c., sicché la sua ordinanza non acquista autorità di cosa giudicata e non è impugnabile con il regolamento di competenza. La competenza del tribunale in composizione collegiale per le controversie promosse dal curatore fallimentare ai sensi dell'art. 50-bis c.p.c., n. 5, prevale sulla clausola compromissoria contenuta nello statuto societario, in quanto la disciplina fallimentare deroga alle norme generali sull'arbitrato.