Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La confisca di beni ai sensi dell'art. 240 c.p. è legittima solo se vi è un nesso di pertinenzialità tra i beni e il reato accertato, non potendo essere disposta nei confronti di un soggetto estraneo al reato stesso. Pertanto, in caso di assoluzione dell'imputato, i beni nella disponibilità di un terzo, per i quali non sia stato dimostrato alcun collegamento con il reato contestato, devono essere restituiti all'avente diritto, non potendo essere sottoposti a confisca. Il giudice, nel disporre la confisca, deve accertare in modo specifico e motivato il nesso di pertinenzialità tra i beni e il reato, non potendo presumere tale collegamento in assenza di una dimostrazione concreta. L'onere della prova grava sull'accusa, non potendo il giudice procedere alla confisca sulla base di meri sospetti o indizi. Il principio di presunzione di innocenza impone che, in caso di assoluzione dell'imputato, i beni nella disponibilità di terzi siano restituiti, salvo che non sia dimostrata la loro diretta derivazione dal reato.