Cassazione penale Sez. I sentenza n. 14265 del 16 aprile 2012

ECLI:IT:CASS:2012:14265PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio si configura quando gli atti compiuti dall'agente, valutati ex ante in base alle condizioni umanamente prevedibili, risultano idonei a cagionare la morte della vittima, a prescindere dall'effettivo verificarsi dell'evento letale. L'animus necandi può essere desunto da un insieme di elementi probatori, quali la natura dell'aggressione, il tipo di arma utilizzata, il numero e le zone corporee colpite, nonché eventuali dichiarazioni degli aggressori, che dimostrino in modo inequivocabile la volontà diretta ad uccidere, anche in assenza di un concreto pericolo di morte per la vittima. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione di tali elementi, il cui esito non può essere sindacato in sede di legittimità se sorretto da una motivazione logica e coerente, senza che il giudice di cassazione possa sostituire la propria ricostruzione dei fatti a quella operata dai giudici di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO Piera M. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 493/2010 CORTE APPELLO di SALERNO, del 29/10/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/03/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIERA MARIA SEVERINA CAPRIOGLIO;

udito il P.G. in persona del Dott. BAGLIONE Tindari che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 29.10…

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