Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8758 del 24 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:8758PEN

Massima

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Il delitto di associazione per delinquere richiede la predisposizione di una struttura organizzativa, anche minima, funzionale alla realizzazione di una serie indeterminata di delitti, con la consapevolezza da parte dei singoli associati di far parte di un sodalizio durevole e di essere disponibili ad operare per l'attuazione del programma criminoso comune. Il dolo del delitto di associazione a delinquere è integrato dalla coscienza e volontà di partecipare attivamente alla realizzazione del programma delinquenziale in modo stabile e permanente, desumibile anche dalla stessa realizzazione in modo conforme al piano associativo. La partecipazione a un solo episodio dell'attività delittuosa programmata può costituire elemento indiziante dell'appartenenza all'associazione, così come indizi della partecipazione all'associazione possono desumersi da elementi di prova relativi ai reati fine anche quando essi siano stati ritenuti insufficienti allo stesso esercizio dell'azione penale per tali reati. La struttura dell'associazione per delinquere non è incompatibile con la contemporanea adesione di uno stesso soggetto a più sodalizi criminosi, in particolare quando una delle associazioni sia stata costituita con il consenso dell'altra ed operi sotto il suo controllo oppure sia ad essa legata da un vincolo federativo. L'interpretazione del linguaggio adoperato nelle conversazioni intercettate, anche quando sia criptico o cifrato, è questione di fatto rimessa alla valutazione del Giudice di merito, sindacabile in sede di legittimità solo per manifesta illogicità. Gli indizi raccolti nel corso delle intercettazioni telefoniche possono costituire fonte diretta di prova della colpevolezza dell'imputato, a condizione che siano gravi, precisi e concordanti. La concessione delle attenuanti generiche risponde a una facoltà discrezionale del Giudice, il cui esercizio, positivo o negativo, deve essere motivato nei soli limiti atti a far emergere in misura sufficiente il suo pensiero circa l'adeguamento della pena concreta alla gravità effettiva del reato ed alla personalità del reo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. SABEONE Gerardo - rel. Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS),

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 11745/2011 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 12/07/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/11/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GERARDO SABEONE;

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