Il vincolo paesaggistico imposto su un'area prima dell'esecuzione di opere edilizie abusive rende tali opere non suscettibili di sanatoria ai sensi dell'art. 32, comma 27, lett. d), della legge n. 326 del 2003, anche qualora non risultino violati gli indici urbanistici e non vi siano difformità volumetriche rispetto al titolo edilizio. L'amministrazione è tenuta a valutare l'applicabilità della sanzione pecuniaria in luogo di quella ripristinatoria ai sensi dell'art. 34, comma 2, del D.P.R. 380/2001 solo nel caso in cui l'abuso edilizio sia qualificabile come "parziale difformità" rispetto al titolo edilizio e non possa essere demolito senza pregiudizio per la parte conforme. L'errore di fatto revocatorio, ai sensi dell'art. 395, comma 1, n. 4, c.p.c., non è ravvisabile quando la sentenza impugnata abbia esaminato compiutamente le questioni controverse, essendo la doglianza relativa ad una erronea valutazione delle risultanze processuali o ad un vizio logico-giuridico della motivazione, che integra un errore di giudizio non censurabile in sede di revocazione.