Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35155 del 20 agosto 2013

ECLI:IT:CASS:2013:35155PEN

Massima

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Il reato di violenza privata si configura quando l'agente, mediante violenza o minaccia, costringe taluno a fare, tollerare od omettere qualche cosa. La valutazione degli elementi costitutivi del reato, quali la condotta costrittiva e l'evento di costrizione, deve essere effettuata dal giudice sulla base di un'attenta disamina delle risultanze probatorie, senza incorrere in vizi logici o illogicità motivazionali. La determinazione della pena, nel rispetto dei criteri di cui all'art. 133 c.p., rientra nell'ambito del prudente apprezzamento del giudice di merito, il cui giudizio è insindacabile in sede di legittimità salvo che non risulti manifestamente illogico o privo di adeguata motivazione. Il beneficio della non menzione della condanna nel casellario giudiziale, inoltre, è rimesso alla valutazione discrezionale del giudice, il quale deve tenere conto di tutti gli elementi del caso concreto per valutare la meritevolezza del condannato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. BRUNO Paolo - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte d'Appello di Catania del 07/06/2011;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

sentita la relazione del Consigliere Dr. Paolo Antonio BRUNO;

udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. Cesqui Elisabetta, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso;

sentito, altresi', l'avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento …

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