La Regione è tenuta a concludere con un provvedimento espresso il procedimento relativo all'approvazione di una variante urbanistica adottata dal Comune, entro il termine di 120 giorni previsto dalla legge regionale, decorso il quale il silenzio dell'amministrazione regionale è illegittimo. Il mancato rispetto del termine di conclusione del procedimento, dovuto a ritardi, omissioni e inadempimenti della Regione, comporta l'obbligo per quest'ultima di adottare un provvedimento espresso, senza che possa essere riconosciuto un risarcimento del danno in assenza di prova del pregiudizio subito dal privato. Il principio di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa, sancito dall'art. 97 della Costituzione, impone all'amministrazione regionale di concludere tempestivamente il procedimento relativo all'approvazione di una variante urbanistica, nel rispetto dei termini previsti dalla legge, al fine di garantire certezza e celerità dell'azione amministrativa. L'omesso esercizio della funzione amministrativa entro il termine stabilito dalla legge configura un'ipotesi di silenzio inadempimento, che legittima il privato a chiedere l'adozione del provvedimento richiesto e l'accertamento dell'obbligo dell'amministrazione di provvedere, senza che possa essere riconosciuto un risarcimento del danno in assenza di prova del pregiudizio subito.