Cassazione penale Sez. V sentenza n. 46890 del 22 novembre 2023

ECLI:IT:CASS:2023:46890PEN

Massima

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Il testimone, nell'adempimento del proprio dovere di riferire il vero, non commette il reato di diffamazione qualora pronunci espressioni denigratorie nei confronti di soggetti che non rivestono la qualità di parte processuale, purché tali espressioni siano pertinenti e necessarie a fornire la propria deposizione in relazione a fatti oggetto di indagine. In tali casi, la condotta del testimone è scriminata ai sensi dell'art. 51 c.p., in quanto espressione dell'adempimento di un dovere istituzionale. La ricostituzione del fascicolo processuale andato disperso, effettuata dal giudice secondo le modalità ritenute più opportune, non determina la nullità della sentenza, in assenza di specifiche previsioni normative che sanzionino eventuali vizi di tale attività, purché sia garantito il successivo contraddittorio sulla completezza degli atti ricostruiti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. Scarl INI Enrico V. - rel. Consigliere

Dott. BELMONTE ((omissis)) - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
parte civile (OMISSIS) nato a (OMISSIS);
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 24/11/2022 del TRIBUNALE di REGGIO CALABRIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ENRICO VITTORIO STANISLAO SCARLINI;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. EPIDENDIO TOMASO, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.
letta la memori…

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