Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Le modifiche apportate in corso d'opera a un progetto edilizio, che determinino un aumento volumetrico inferiore al 20% rispetto al progetto originariamente approvato, non configurano una variazione essenziale ai sensi dell'art. 4 della legge regionale n. 37/1985, ma una parziale difformità, per la quale il Comune è tenuto a verificare la conformità alle norme urbanistiche vigenti delle sole modifiche apportate e ad applicare la sanzione pecuniaria prevista dall'art. 12 della legge n. 47/1985, previa valutazione della possibilità di disporre la demolizione senza pregiudizio della parte eseguita in conformità. Il Comune non può, pertanto, negare la concessione edilizia in variante sulla base di un erroneo presupposto di variazione essenziale, dovendo invece procedere all'applicazione della disciplina sanzionatoria pecuniaria.