Il reato associativo di cui all'art. 291-quater del D.P.R. n. 43 del 1973 si configura quando sussistono elementi probatori convergenti che dimostrino l'esistenza di un gruppo criminale strutturato, con una precisa ripartizione di ruoli funzionali all'intera catena delle operazioni di contrabbando, caratterizzato da una disponibilità permanente di mezzi e persone, anche se per un limitato arco temporale, purché emerga l'affectio societatis tra i partecipi. Il ruolo di promotore o costitutore non è riservato solo a chi abbia dato vita all'associazione, ma può essere attribuito anche a chi, successivamente, abbia assunto funzioni decisionali e di sovrintendenza sull'attività complessiva del gruppo, anche se non ne sia stato l'iniziatore. Il diniego delle attenuanti generiche può essere adeguatamente motivato sulla base della gravità oggettiva del reato, della sua diffusione territoriale e dell'assenza di elementi favorevoli nella condotta dell'imputato, a prescindere dalla durata del periodo di osservazione delle condotte criminose e dall'assenza di precedenti penali.