Il cambio di destinazione d'uso di un locale, da cantina o ripostiglio ad abitazione, realizzato in assenza di titolo edilizio, configura un abuso edilizio permanente, che legittima l'amministrazione comunale a ordinare la sospensione immediata dei lavori e la successiva demolizione delle opere abusive, indipendentemente dal momento in cui l'abuso è stato commesso e dalla presentazione ex post di una domanda di sanatoria. L'ordine di sospensione dei lavori, tuttavia, perde efficacia decorsi 45 giorni dalla sua adozione senza che sia stato emanato il provvedimento definitivo sanzionatorio, sicché il ricorso avverso tale ordine, proposto successivamente a tale termine, è inammissibile per difetto di interesse. La legittimità dell'ingiunzione di demolizione, invece, non è inficiata dalla circostanza che il locale fosse già predisposto per un uso diverso dalla cantina o dal ripostiglio, attraverso l'allaccio alle reti elettrica e idrica, né dalla presentazione successiva di una domanda di sanatoria, in quanto l'abuso edilizio permane e l'attività sanzionatoria dell'amministrazione è doverosa, trattandosi di illecito permanente.