Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana, nell'esercizio del proprio potere discrezionale, può adottare provvedimenti che disciplinano le modalità di occupazione di suolo pubblico per attività di ristoro all'aperto, al fine di contemperare l'interesse degli esercenti all'esercizio della propria attività economica con l'esigenza di tutelare la fruizione pubblica dei beni culturali e paesaggistici presenti nelle aree interessate, in particolare nelle piazze del centro storico di Firenze, patrimonio mondiale UNESCO. Tali provvedimenti, adottati di intesa tra il Comune e la Soprintendenza competente, possono prevedere limitazioni all'installazione di strutture fisse e amovibili, come pedane, ringhiere e ombrelloni, nonché alla capienza massima degli spazi occupati, purché tali prescrizioni siano adeguatamente motivate e rispettino il principio di proporzionalità, senza determinare una compressione irragionevole della libertà di iniziativa economica. Tuttavia, la previsione di un termine di adeguamento più breve per gli esercizi ubicati in determinate piazze rispetto agli altri esercizi del centro storico costituisce una disparità di trattamento non giustificata, in assenza di una motivazione specifica che ne dimostri la ragionevolezza.